lunedì 13 aprile 2015

[racconto] La salita

Finalmente in sella. Faccio un paio di pedalate sul piazzale polveroso del noleggiatore per provare l'equilibrio della bicicletta: il telaio scricchiola, il cambio è lento e risponde a scatti, ma il manubrio è ben fissato; non è una Ferrari, ma per arrivare in cima alla salita può bastare.

Dopo che la mia ultima due ruote, già tutta ammaccata, mi è stata rubata in una viuzza di Milano, ho rinunciato a possederne una. Del resto, se vivi a due passi dalla Tiburtina, andare in bici fuori dalle riserve indiane dei parchi e dei giardini condominiali è un tentato suicidio; ormai mi sono adattato ai traballanti mezzi pubblici della Capitale, e all'agonia del traffico automobilistico, ma da ragazzo era molto diverso.​
Sono cresciuto in un paesino collinare con vista sulle Alpi: qualche officina, prati, boschi e campi coltivati ovunque, un luogo da favola, immerso in una noia mortale.​ L'unica via di fuga dai pomeriggi senza fine era inforcare la bici e pedalare a zonzo intorno al paese oppure esplorare gli sterrati sassosi che tagliavano i campi di grano. Non mi importava che ci fosse il Sole a picco o i nuvoloni di un temporale in arrivo, l'importante era uscire di casa e annusare un nuovo pezzetto di mondo. Breve o lungo che fosse il mio viaggio, il momento più atteso e temuto era sempre lo stesso: la salita. E le salite non mancavano mai, casa nostra era in un avvallamento incastrato tra i campi coltivati e i boschi e qualunque fosse la strada che avessi scelto non potevo evitare di affrontare almeno una scalata ad ogni uscita. Anche negli anni successivi, quando le mie esplorazioni si estesero ai paesi vicini, sino a portarmi in città, a molti chilometri di distanza, le lunghe salite erano il momento topico di ogni viaggio. 
Quei lunghi minuti in cui sei da solo, faccia a faccia con la fatica che sembra non finire mai, su quella strada sempre più ripida che devi superare con la tua bici senza cambi, perché chi ha mai avuto i soldi per una scintillante due ruote a ventuno rapporti.​​ A volte ce la fai, conquisti la cima con il fiato corto e un gran sorriso che ti fiorisce sul volto tirato. Altre volte, tante, ti arrendi. I muscoli delle gambe bruciano dalla fatica, avanzi di pochi centimetri alla volta in piedi sui pedali fino a quando la bici si intraversa, allora devi mettere il maledetto piede per terra. A quel punto non ti resta che scendere e spingere il tuo mezzo a piedi finché la salita non digrada, vergognandoti un po' per la sconfitta e gli occasionali scherzi degli altri ciclisti, ma intimamente sollevato di non dover più faticare così tanto. Lo devo a loro, a tutte le salite che ho provato a scalare, se sono riuscito a diventare l'ariete testardo che ancora sono.

Oggi voglio rinfrescarmi la memoria. Tra le stradine che circondano la Villa, c'è una salita, breve ma ripida, che finisce con un ultimo tratto sassoso e traditore. Me la voglio proprio godere, ma questa volta non sarò da solo, ci sarà anche mio figlio con me.

Andrea prova oggi per la prima volta una bicicletta con i cambi, è un po' preoccupato e si sente arrugginito, è la prima volta che monta in sella quest'anno. Partiamo lentamente perché possa prendere confidenza con i nuovi comandi, poi cominciamo a pedalare verso la zona più boscosa della Villa. Quanta differenza dalle mie passeggiate solitarie per le colline.
Questa è la prima domenica calda di Primavera e il parco è affollatissimo. Ci sono famiglie con bambini ovunque, alcuni piccolissimi imparano a camminare inseguendo un pallone per i sentieri, altri pedalano su bici così piccole che mi arrivano a malapena al ginocchio. C'è anche un numero incredibile di cani, di tutte le forme e dimensioni, a passeggio con i loro padroni e alcuni sembrano apprezzare molto le due ruote. A forza di evitare bambini e sfuggire ai cani ci sembra di essere più i protagonisti di un videogioco che in una passeggiata nel verde. Passato il primo livello senza danni per nessuno, arriviamo nella zona più isolata della Villa, in cui molti sentieri di varia grandezza si diramano senza indicazioni. Guido mio figlio con sicurezza per un largo viottolo che ci conduce rapidamente... ai piedi di una scalinata che taglia su per i boschi. Andrea mi guarda con un'espressione stupefatta - Ma dove mi hai portato papà? - imbarazzato, cerco di mantenere un tono disinvolto - Mi sono confuso, la prossima svolta è quella giusta - e lo spero ardentemente. Per fortuna al secondo tentativo prendiamo la svolta giusta e ci troviamo sulla strada in salita che ricordavo. Ora eccoci al terzo livello. Vedo che Andrea se la cava bene, ha un buon equilibrio, ma a metà rampa deve smontare di sella e spingere, per lui è un po' troppo ripida. Quando vedo che lui è tranquillo e non ci sono pericoli intorno non resisto - Dai che ti aspetto in cima - gli urlo, e mi alzo sui pedali per superare il tratto ripido della rampa, è breve, ma arrivo in cima col fiatone. Andrea arriva spingendo la bici dopo un paio di minuti, placando il mio istinto protettivo già in ansia, e mi trova con un gran sorriso - Forza Andrea, che la salita è finita. Risali che mamma ci aspetta più avanti.

lunedì 17 marzo 2014

Deserto Rosso - serie completa (di Rita Carla Francesca Monticelli)


La saga di Deserto Rosso è stata una magnifica sorpresa, scoperta grazie ad una segnalazione di @Finzioni, consigliatissima rivista online di letteratura.

La vicenda narrata nei quattro romanzi raccolti in questo volume riprende il tema della colonizzazione di Marte, un classico della SF, come ricordato anche nell'introduzione dal volume.

L'incipit del volume ci presenta l'esobiologa Anna Persson, membro della prima missione Isis, lanciata in un viaggio apparentemente suicida, in fuga dalla base permanente Alpha. Mi ha colpito immediatamente la complessità del carattere della protagonista, incapace di accettare il proprio passato e molto diversa dalla classiche eroine spaziali. Anche gli altri protagonisti, a cominciare dall'astronauta di origine mediorientale Hassan Qabbani, dimostrano un carattere forte e tormentato, tanto che l'impressione iniziale è che Marte faccia quasi da sfondo alle relazioni che si intrecciano tra i primi cinque protagonisti, inizialmente isolati dalla Terra e dall'ambiente circostante.

Man mano che la vicenda procede si apprezza la solida struttura di fantascienza hard su cui è costruita. Tra biotecnologie aliene, intelligenze artificiali e viaggi nello spazio solare, vi sono numerosi agganci che tengono viva la nostra attenzione mentre le relazioni tra i protagonisti si srotolano lentamente, in un sapiente gioco di flashback e anticipazioni.

Poter disporre immediatamente dell'intera opera (ad un prezzo accessibilissimo) mi ha permesso di godere a pieno della narrazione. Nonostante i cambi di prospettiva dei diversi volumi la lettura fluisce naturale e veloce, sino alla conclusione, che apre subito ad un nuovo ciclo di vicende, che si vorrebbe avere subito tra le mani.

Il fatto che i romanzi siano autoprodotti non è affatto un demerito, anzi. La cura delle bozze è buona e comunque ad un livello molto più alto di altre edizioni simili. Se proprio devo trovare un difetto in questa edizione è il concept delle copertine, che averi preferito più immaginifiche, ma si tratta puramente di gusto personale.

In conclusione, il mio giudizio su questa tetralogia è ottimo, una bella prova di una autrice italiana da cui mi aspetto altre grandi emozioni “in parole”.

lunedì 8 luglio 2013

I robot di La Marmora (di Alessandro Girola)

Questo romanzo breve, ambientato in un passato alternativo del Regno d' Italia è coinvolgente e curioso.
Coinvolgente perché lo stile scorrevole si adatta bene alle scene di combattimento tra i giganti italici e gli abomini austriaci. Curioso per il grande lavoro di documentazione che si fa apprezzare, grazie anche alle note a margine azzeccate.
Nonostante la brevità del volume gli spunti interessanti sono tanti.
Da lettore faccio fatica ad immaginare l'aggancio di un auspicato secondo volume, a causa del trattamento a dir poco rude a cui sono stati sottoposti i protagonisti principali.
In sintesi un buon lavoro, che vale sicuramente il suo prezzo e un progetto da seguire con interesse.

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