lunedì 8 luglio 2013

Nel regno di Acilia (di Marco Baliani)

Ho esplorato Acilia qualche anno fa, mentre cercavamo casa.
Adesso Acilia è un grosso sobborgo di Roma, a metà strada tra il Raccordo Anulare e il litorale di Ostia, pieno di condomini allineati su strade parallele, ma nel quartiere di S.Francesco, uno dei primi nuclei abitativi della zona, si ritrova ancora un dedalo di stradine affollato di basse palazzine, che ricordano maggiormente l'ambiente del romanzo.

L'ho comprato quasi per caso, spulciando lo scaffale fantasy di una libreria. Trovare un romanzo che parla di Acilia tra i successi di Tolkien, Le Guin e Licia Troisi mi ha colpito molto, e mi ha convinto a comprarlo.

Marco Baliani è un bravo autore teatrale e sa raccontare con convinzione e  la vita di quattro ragazzi del quartiere negli anni '50. Una borgata, in cui convivono figli di mezzadri e di operai, figli della futura classe media e ragazzi con la vita già segnata dalla sofferenza.

Il romanzo inizia come una storia di formazione, trasformandosi poi in una sorta di giallo/fantasy centrato su un retroterra leggendario tutto italiano. Dopo aver macinato decine di romanzi scon un background pseudo-tolkeniano è una vera boccata di ossigeno e di originalità.

In sintesi è un romanzo stupendo che coniuga felicemente la storia di formazione dei protagonisti, la storia di un territorio locale e una visione finalmente mediterranea e tradizionale della magia popolare.
Se amate uno di questi tre argomenti leggetelo e non ve pentirete!

Scheda Anobii

Ogni maledetto lunedì su due (di Zerocalcare)

[Inizio critico mode]
Il terzo volume di ZeroCalcare chiude un'ideale trilogia in cui l'autore mostra uno stile immediato e coinvolgente. Frammenti autobiografici e memorie collettive della generazione dei trentenni, ma leggibilissimi anche da chi ha quindici anni in più come chi scrive, sono raccontati con un'ironia contagiosa.
[Fine critico mode]

Detto in altro modo Calcare ha un modo di raccontare adorabile. Mi farebbe schiantare dal ridere, quando non mi commuove, pure se raccontasse 'Le meravigliose avventure del mondo degli zucchini' ma così è sicuramente più interessante.
Ora lo aspetto ad una prova più difficile, ed ecco il motivo delle tre stelle.
Calcare diventerà davvero grande quando dalla sua zattera, tenuta insieme nei modi più impensati comincerà a raccontarci altri pezzi di mondo, più lontani dalla sua Tiburtina, ma altrettanto brulicanti di contrasti.

Se ci riesce prometto che gli compro tutto a scatola chiusa :-)

Scheda Anobii


lunedì 24 settembre 2012

To say nothing of the dog (di Connie Willis)

Ho scoperta per caso Connie Willis molti anni fa, leggendo L’anno del contagio (Doomsday book) e l’ho amata molto per l’umanità dei personaggi e per il rigore delle trame.

Questo romanzo è la seconda opera ambientata in un gruppo di storici dell’università di Oxford, in grado di viaggiare nel tempo usando una tecnologia che impone dei limiti molto precisi. La Willis è una vera specialista delle storie sul viaggio nel tempo, quindi la vicenda è molto intrigante. Lo stile è brillante e leggero, i personaggi sono interessanti e a tratti commoventi, in particolare i due protagonisti sono deliziosi.
Un punto a sfavore, almeno per me, è la valanga di richiami al mondo vittoriano di fine Ottocento. Il romanzo infatti è un esplicito omaggio ad un grande classico dell’epoca, Tre uomini in barca, di J.K.Jerome, che mi sono letto per l’occasione, ma anche a tutti i romanzi mistery dei primi del Novecento, fino ad Agatha Christie, per non parlare del drammmatico episodio del bombardamento della Cattedrale di Coventry.
Dopo le atmosfere intense e drammatiche dell’Anno del contagio, ambientato al tempo della peste nera, si cambia completamente atmosfera e ci si tuffa in una commedia; come passare dal Riccardo III a Romeo e Giulietta.
Ora parliamo della lingua, è il quinto romanzo che leggo in lingua originale, una scelta dovuta al desiderio di migliorare la lingua, ma soprattutto di leggere opere che mi attirano, invece di aspettare all’infinito la loro traduzione in italiano. I dialoghi si seguono facilmente, ma la quantità di lemmi tipici dell’Ottocento e i termini tecnici di architettura e arredamento d’interni mi hanno costretto a ricorrere spesso al dizionario integrato del Kindle, indispensabile per non rompere il ritmo della lettura.
In complesso una lettura molto piacevole, ma i molteplici livelli di lettura, tra cui elaborazione rigorosa della teoria dei viaggi nel tempo, mi hanno costretto ad una fatica maggiore del previsto.
Vi confesso però, che il vero motivo per cui questo romanzo non è tra i miei preferiti in assoluto è che non amo molto lo stile Vittoriano, ma Connie Willis è di una bravura spaventosa, leggerò sicuramente i due prossimi volumi della serie.

Scheda Anobii