lunedì 24 settembre 2012

To say nothing of the dog (di Connie Willis)

Ho scoperta per caso Connie Willis molti anni fa, leggendo L’anno del contagio (Doomsday book) e l’ho amata molto per l’umanità dei personaggi e per il rigore delle trame.

Questo romanzo è la seconda opera ambientata in un gruppo di storici dell’università di Oxford, in grado di viaggiare nel tempo usando una tecnologia che impone dei limiti molto precisi. La Willis è una vera specialista delle storie sul viaggio nel tempo, quindi la vicenda è molto intrigante. Lo stile è brillante e leggero, i personaggi sono interessanti e a tratti commoventi, in particolare i due protagonisti sono deliziosi.
Un punto a sfavore, almeno per me, è la valanga di richiami al mondo vittoriano di fine Ottocento. Il romanzo infatti è un esplicito omaggio ad un grande classico dell’epoca, Tre uomini in barca, di J.K.Jerome, che mi sono letto per l’occasione, ma anche a tutti i romanzi mistery dei primi del Novecento, fino ad Agatha Christie, per non parlare del drammmatico episodio del bombardamento della Cattedrale di Coventry.
Dopo le atmosfere intense e drammatiche dell’Anno del contagio, ambientato al tempo della peste nera, si cambia completamente atmosfera e ci si tuffa in una commedia; come passare dal Riccardo III a Romeo e Giulietta.
Ora parliamo della lingua, è il quinto romanzo che leggo in lingua originale, una scelta dovuta al desiderio di migliorare la lingua, ma soprattutto di leggere opere che mi attirano, invece di aspettare all’infinito la loro traduzione in italiano. I dialoghi si seguono facilmente, ma la quantità di lemmi tipici dell’Ottocento e i termini tecnici di architettura e arredamento d’interni mi hanno costretto a ricorrere spesso al dizionario integrato del Kindle, indispensabile per non rompere il ritmo della lettura.
In complesso una lettura molto piacevole, ma i molteplici livelli di lettura, tra cui elaborazione rigorosa della teoria dei viaggi nel tempo, mi hanno costretto ad una fatica maggiore del previsto.
Vi confesso però, che il vero motivo per cui questo romanzo non è tra i miei preferiti in assoluto è che non amo molto lo stile Vittoriano, ma Connie Willis è di una bravura spaventosa, leggerò sicuramente i due prossimi volumi della serie.

Scheda Anobii

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