mercoledì 19 settembre 2012

L'isola dei lionbruni (di Giovanni De Feo)

Su un’isola di spiagge bianche e chiassosi stabilimenti, una comunità di ragazzi vive l’estate perfetta: gare di tuffi, pescate, mangiate di pesce, e la sera gli strusci alle Vie Bianche, tra i bisbigli delle ragazze sui muretti e i baci feroci sotto al pontile.

Questa felicità ha però un segreto: la Notte – novanta notti orsono – in cui tutti i ragazzi si svegliarono al richiamo del dio sommerso dell’isola e, ai suoi ordini, trucidarono nel sonno tutti gli adulti. Da quel giorno si vive sull'isola un eterno presente di avventura e anarchia, un gioco libero e selvaggio che pure ha le sue regole, come scegliere se appartenere o no alle bande dei Baroni, piccoli boss che gestiscono le sempre più scarse risorse materiali disponibili.
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La vicenda è ambientata in un'anonima isola vulcanica del nostro Sud, in cui un sortilegio impone ad ogni generazione di nati sull'isola di attraversare una sconvolgente esperienza onirica. 

La trama è appassionante e l'autore usa un linguaggio crudo e diretto, tutto coniugato al presente, per svelarci i misteri dell'isola tramite gli occhi di Zenzero, un quattordicenne curioso che non accetta di dimenticare le proprie origini. 

De Feo reinventa splendidamente un esempio di fantasy mediterranea, del tutto alternativo al modello del fantasy tradizionale di stampo nord-europeo, come aveva già fatto nel precedente Mangianomi.

Due prove estremamente convicenti, che spero trovino un seguito adeguato.

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