mercoledì 5 settembre 2012

[racconto] Madre e figlia


Metropolitana, ora di punta.
Nella folla che si accalca nel vagone spiccano due figure, diverse tra loro, ma legatissime. La più appariscente è una bambina di circa nove anni, è in equilibrio precario su una gamba sola, aliena come un fenicottero atterrato per sbaglio nel vagone e trascinato sottoterra. E' molto pallida, né magra né grassa, da' un'idea di tenera morbidezza. Indossa vestiti molto fantasiosi: sneakers viola slacciate con motivi floreali, fuseaux di cotone zebrati a strisce bianche e nere, una maglietta con un grande cuore romantico su sfondo scuro e accenni di borchie qua e là. Immaginate una metallara adolescente, con tanto di chiodo e maglietta psichedelica, ringiovanitela di sette-otto anni e avrete un'idea di quello che intendo.

Si annoia, a quell'età ogni viaggio più lungo di cinque minuti sembra un'odissea. Con un braccio si tiene forte ad una donna adulta, sicuramente la madre, che non potrebbe essere più diversa da lei.
Ha un fisico asciutto, quasi nervoso e una carnagione olivastra molto scura. i suoi vestiti richiamano una vaga idea di metallo, ma non in questa vita. Indossa una maglietta viola scuro, ma gli spettri e i colori lisergici hanno lasciato il posto ad una colta citazione di Armani; i pantaloni non sono jeans neri ben stirati, ma una tuta da ginnastica aderente. Gli occhi segnati dalle rughe e coperti da un paio di occhiali fashion urlano storie e un carattere forte.
Finalmente si liberano due posti e si possono sedere. La bambina crolla dalla stanchezza e si appoggia pesantemente contro la madre in cerca di protezione, lei increspa un lieve sorriso e la tiene stretta, sino alla prossima fermata.

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