lunedì 8 luglio 2013

Il ciclo di Fionavar (di Guy Gavriel Kay)


#1

Faccio una premessa: ho cominciato a leggere questo libro dopo aver letto Tigana (Il paese delle due lune), l'unica opera dell'autore tradotta in italiano dopo il ciclo di Fionavar, che inizia qui.
Tigana mi è piaciuto molto per la trama originale e i pesonaggi a tutto tondo. Ero quindi molto curioso di vedere come l'autore avrebbe affrontato un tema più classico, come la saga fantasy tout-court, proveniendo da un forte background tolkeniano; non dimentichiamo infatti che Kay ha collaborato alla curatela di parti del Silmarillion.
L'inizio del romanzo è troppo affrettato, quasi semplicistico, con un disegno della geografia, dei popoli e della storia antica del mondo di Fionanavar, che ha evidenti analogie con il mondo del professore di Oxford.
Dalla metà del volume comincia a delinearsi un approccio indipendente, fondato soprattutto sulla vivacità dei personaggi, non più ancorati a modelli epici.
La lettura è molto godibile e mi appresto con curiosità a leggere il secondo volume, che mi aspetto ancor più innovativo.

Scheda Anobii

#2


In questo secondo volume l'autore comincia a mostrare le proprie carte migliori. Il fondale di ispirazione tolkeniana viene ibridato con personaggi e suggestioni del ciclo Arturiano.
L'affollamento di idee a volte confonde il lettore, ma la grande umanità che Kay riesce a infondere ai propri personaggi gli fa meritare ampiamente la quinta stellina.

Scheda Anobii

#3


L'immagine migliore per che trovo definire questo volume, ottima conclusione della trilogia di Fionavar è un concetto cardine di questa creazione.
"Magnificamente intessuto, Gavriel"
Qui la tessitura impostata in maniera più grossolana all'inizio del ciclo diviene matura e completata. L'autore dimostra una capacità rara di padroneggiare personaggi "pesanti", ad esempio gran parte del ciclo arturiano e di saperlo innestare in un contesto più ampio in maniera assolutamente credibile.
La scrittura è densa, non si può correre velocemente da un capoverso all'altro, pena perdersi nel ricco arazzo della narrazione. La trama è resa più fitta dalla particolare tecnica usata dall'autore, che riprende più volte la narrazione di ogni episodio collettivo, mostrandolo dai diversi punti di vista dei protagonisti. Questo rende ancora più faticosa la lettura, ma ne guadagna molto la densità e l'atmosfera.
Immagino che con tutto questo materiale un altro autore avrebbe potuto scrivere cinque o sei volumi, invece dei soli tre, ma credo sia una sua scelta precisa.
E' tale lo studio dei personaggi del campo della Luce, che il Male, impersonato da Rakhot Maugrim, viene mostrato quasi solo di riflesso. Forse una presentazione più completa anche di questi personaggi avrebbe reso ancora più avvicente.
In ogni caso le cinque stelle sono meritatissime.
E' un vero peccato che oltre a questa trilogia, di kay sia stato pubblicato solo Tigana, ignorando tutta la sua produzione più recente. Per goderne ho deciso di andare direttamente all'edizione orginale, faticoso ma ne vale sicuramente la pena


Scheda Anobii





Il paese delle due lune (di Guy Gavriel Kay)

[marzo 2012]


Una rarità: un fantasy davvero originale
Tigana (tit. orig.) mi è piaciuto e molto. E' sicuramente la migliore opera fantasy anglosassone che abbia letto negli ultimi anni, anche se il romanzo non è recente e risale agli anni '90.
A differenza di moltissima produzione fantasy recente ha una trama veramente originale, con personaggi assolutamente realistici.
Non esiste un protagonista, anzi in qualche modo i singoli attori si rubano la scena l'un con l'altro, con cambi punti di vista molto rapidi, tanto che a volte il lettore fatica a capire dove sia stato portato. Disagio certamente compensato dalla qualità dell'opera.
Il linguaggio è molto curato, non a caso l'autore ha partecipato con il figlio di J.R.R. Tolkien alla revisione delle ultime opere del celebre autore inglese. Rispetto allo stile del professore di Oxford l'autore tralascia le descrizioni epiche e ambientali a favore della costruzione di personaggi più solidi e indipendenti, in un'ottica che io ritengo più consona ai tempi.
Aspetto con piacere le future traduzioni di altre opere di Kay, da cui mi aspetto davvero grandi emozioni.

Scheda Anobii

Ysabel (di Guy Gavriel Kay)

[luglio 2012]


Non succede spesso, ma questo libro mi ha letteralmente conquistato.
L'ultima volta mi era successo l'anno scorso, con "La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo" di Audrey Niffenegger, alla fine del quale avevo pianto come un vitello.
Per Ysabel non ho pianto, ma mi ha fatto fisicamente male abbandonare le sue pagine alla fine della lettura.
L'ambientazione in Provenza è resa in maniera evocativa ed affascinante. Kay ha imparato molto bene la lezione tolkeniana di creare tante storie, una sovrapposta all'altra, ma tutte legate fra loro.
Niente vicende epiche questa volta, ma una storia familiare sofferta e sorprendente sino alla fine. Ad arricchire ancora di più la suggestione della vicenda vi è il ritorno di due dei protagonisti del ciclo di Fionavar, perfettamente integrati in questo nuovo scenario.
Kay ha trovato anche una buona vena ironica, mediata dal protagonista quidicenne, probabilmente ispiriato ai suoi figli adolescenti che lo hanno aiutato anche nei soppraluoghi, ed al suo ambiente pieno di gadget tecnologici.
La trama, molto tesa, riprende anche il tema del triangolo sentimentale irrisolto, già presente in Fionavar.
L'inglese usato dall'autore è molto scorrevole , solo un po' colorito da qualche neologismo adolescenziale contemporaneo. La conversione in ebook ha invece qualche problema minore, come alcuni salti pagina ignorati e lettere maiuscole erroneamente convertite, ma nulla che pregiudichi la lettura.
Cinque stelle meritatissime.


Scheda Anobii